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Canova fu un grandissimo artista. Il più grande rappresentante dell'arte della sua epoca. Ma fu anche altro. Direttore di Accademie e musei, grande uomo di cultura, consulente e non solo per problemi d'arte, di principi, imperatori, papi, collezionisti. Fu un personaggio. Un eroe ammirato e conteso all'interno del gran mondo della sua epoca. Fu insomma un mito. La sua fama ebbe consacrazione definitiva nella drammatica estate del 1815 quando, su incarico di Pio VII, riuscì a recuperare la gran parte dei "capi d'opera" trafugati dalle Campagne Napoleoniche. La biografia sull'artista curata da Aldo Scibona, ripercorre le tappe salienti della vita e della immensa produzione scultorea di Antonio Canova, ne rileva le eccellenze, ne manifesta il consenso universale. Le sue opere sono collocate nei più prestigiosi musei d'Italia, d'Europa e delle Americhe. Oggi la critica è unanimemente favorevole all'arte di Antonio Canova, anzi va sottolineato come a partire dagli anni Cinquanta del Secolo scorso sia iniziata una attenta ricognizione scientifica sul valore dell'arte di questo scultore, che, Veneto, aveva scelto Roma quale sede della sua creatività e aveva raggiunto il Mondo, attraverso la rappresentazione della "bellezza" classica da lui scelta come bandiera per trasmettere un nuovo linguaggio: quello del Neoclassicismo.